La nostra associazione al servizio dei giovani

Carissime amiche e carissimi amici,
possiamo ormai considerare la nostra Associazione una realtà del volontariato italiano. Per ora ci siamo concentrati sulla provincia dell’Aquila e abbiamo avuto ottimi riscontri in termini di adesioni e in termini di attenzione nei nostri confronti. Credo, comunque, dai messaggi che ricevo che, se le nostre forze ce lo consentiranno, potremo portare i nostri contributi anche oltre la nostra Regione Abruzzo.
Al centro di questi buoni risultati ci siete tutti voi, nostri soci che avete dato ,in questi mesi, non solo fiducia e conforto a me ma soprattutto avete dato speranza alle famiglie di giovani che soffrono di questo insidioso disturbo.
La grandissima partecipazione di giovani, professori e famiglie al Convegno del 16 marzo scorso “I mille volti della depressione” sono stati per noi tutti l’indicazione che, interessarci della depressione giovanile e portarla fuori dal “non detto”, era la scelta giusta per aiutare i giovani. Chi, come me, ha lottato per anni contro questo insidioso disturbo sa cosa vuol dire quanto sia difficile riuscire a far parlare i giovani del loro vissuto e trovare aiuti competenti e colleghi che sappiano entrare in empatia con i nostri giovani.
L’apertura di due sedi al servizio della popolazione ,una a L’Aquila e l’altra nella Marsica, ha voluto indicare la nostra presenza anche fisica nel territorio in modo da renderci facilmente raggiungibili per ogni attività che intendiamo intraprendere.
Legati come siamo noi e come era mia figlia alla nostra Università dell’Aquila e alla nostra Città dell’Aquila, ci è sembrato naturale bandire due borse di studio per studenti che qui si siano laureati , una per laureati provenienti dalle nostre aree mediche e psicologiche per studi sulla depressione e un’altra per laureati provenienti dall’area umanistica per studi sulla storia dell’arte contemporanea (area di studio della mia splendida fragile figlia). Altre borse di studio le bandiremo nei prossimi anni.
Abbiamo creato un sito www.veronicagaia.it dove tutti possono non solo seguire le nostre attività ma anche trasmetterci suggerimenti che sicuramente discuteremo e valuteremo come utili contributi alla nostra attività.
Rimandandovi al nostro sito per ogni approfondimento, mi sento di dire che questa prima impegnativa fase deve considerarsi positivamente alle nostre spalle.
Ora dobbiamo passare, usando termini propri delle società profit, al core business della nostra Associazione, al motivo per cui siamo nati e abbiamo attirato la partecipazione di tante persone di animo generoso.
Vedrete sul nostro sito i programmi che abbiamo fissato nel campo della ricerca e dell’assistenza ai giovani. Allontanandomi un poco dall’esprit de finesse dei miei illustri colleghi del direttivo, cercherò in poche parole di dirvi cosa vogliamo fare d’ora in poi.
Vogliamo semplicemente essere di aiuto ai giovani in difficoltà. Vogliamo incontrarli, parlare con loro ,far capire che la vita pur con tante contraddizioni è un bene supremo che va salvaguardato in ogni modo. Farci raccontare da loro che cosa li spinge a vedere una realtà completamente scura senza che penetri un raggio di sole.
L’importante, a questo punto, è raggiungerli attraverso i loro luoghi di socializzazione . Entrare nelle scuole , parlare con i genitori, raggiungerli nei loro luoghi di “sballo” per far capire che alcool e droghe non sono piacevoli passatempi ma sono solo i comportamenti di un giovane triste sostanzialmente depresso che non vede futuro nella propria vita.
IL disturbo bipolare e la sindrome maniaco-depressiva non sono nemici imbattibili se si ha il coraggio di affrontarli per quelli che sono. La sottovalutazione o l’indifferenza o addirittura la negazione della realtà da parte di genitori e professori , creano nei giovani l’illusione che anche da soli ce la si possa fare.
Purtroppo non è così. La nostra Associazione deve ribadire che da soli non si esce dal tunnel e deve mostrarsi attenta a cogliere anche il minimo segno di presenza di questo insidioso disturbo.
A questo punto una Comunità numerosa come la nostra deve diffondere in ogni sede la nostra vocazione. Cercare di recuperare anche uno solo di questi giovani sofferenti e portarli a sorridere alla vita è l’unica vera profonda motivazione del nostro essere. Con un motto di origine gesuitica dobbiamo dire “Sint ut sunt aut non sint”.
Questi mesi sono stati importanti adesso dobbiamo andare oltre. Non saremo medici se non volessimo curare e non saremo persone generose e di animo elevato se non ci facessimo carico delle persone sofferenti. In altri termini dobbiamo essere “volontariato”. Alle elementari le suore, un secolo fa, mi facevano studiare a memoria questa poesia di Alessandro Manzoni che non ho più dimenticato:

Regala ciò che non hai
Occupati dei guai
Dei problemi del tuo prossimo
Prenditi a cuore gli affanni
le esigenze di chi ti sta vicino
Regala agli altri la luce che non hai
la forza che non possiedi
la speranza che senti vacillare in te
la fiducia di cui sei privo
illuminali dal tuo buio
arricchiscili con la tua povertà
regala un sorriso
quando hai voglia di piangere .
produci serenità
dalla tempesta che hai dentro
Ecco quello che non ho te lo do
Questo è il tuo paradosso
Ti accorgerai che la gioia
A poco a poco entrerà in te
Invaderà il tuo essere
Diventerà veramente tua
Nella misura in cui
L’avrai regalata agli altri

A soli pochi mesi dalla nostra nascita credo che abbiamo seminato bene ora dobbiamo raccogliere.
La “semina” è opera di tutti voi e dell’eccezionale gruppo che si è creato nel Consiglio Direttivo. Mi sembra giusto oltreché doveroso dire che la nostra fisionomia ha i volti colti e generosi di Massimo Casacchia, Maria Grazia Cifone, Rita Roncone, Guido Macchiarelli, Enzo Sechi, Stefano Necozione, Enrico Perilli, Domenico Passafiume, Carmine Marini insieme all’impareggiabile opera di raccordo svolta dalla nostra Lorena Mattei. Tutti noi dobbiamo essere grati a loro per il prezioso impegno “volontario” che hanno dedicato alla nostra Associazione.
Il miglior futuro che possiamo pensare per noi tutti è quello di essere davvero utili per i nostri giovani.
Vi auguro una Pasqua vissuta con la certezza che Gesù Risorto è premessa anche della nostra risurrezione.

Un abbraccio a tutti
Ferdinando di Orio

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